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Analisi di Memorie di Massa: il Ruolo Chiave nella Cybersecurity Moderna

Scopri come l'analisi di memorie di massa è fondamentale nella cybersecurity e nella digital forensics. Tecniche, strumenti e best practice per investigare incidenti di sicurezza.

Analisi di Memorie di Massa: il Ruolo Chiave nella Cybersecurity Moderna

Nel mondo della cybersecurity moderna, l'analisi di memorie di massa rappresenta una competenza cruciale. Dischi rigidi, SSD, USB e dispositivi mobili possono contenere prove vitali durante un'indagine informatica. Attraverso tecniche di digital forensics, gli specialisti riescono a recuperare dati cancellati, identificare malware nascosti e ricostruire le attività di attaccanti.

In questo articolo esploreremo le tecniche più utilizzate, gli strumenti principali e le buone pratiche da seguire per un'analisi efficace.

Cos'è una memoria di massa?

Le memorie di massa sono dispositivi progettati per conservare dati digitali a lungo termine. Tra i più comuni troviamo gli hard disk tradizionali (HDD), i solid state drive (SSD), le chiavette USB, le schede di memoria e anche dispositivi mobili come smartphone e tablet.

Durante un'indagine forense, è fondamentale distinguere tra analisi live e analisi dead. Nel primo caso si opera su un sistema ancora acceso per catturare dati volatili, come quelli presenti nella RAM; nel secondo, si lavora su una copia esatta del dispositivo spento, evitando qualsiasi alterazione dei dati originali.

Perché è importante l'analisi delle memorie di massa nella cybersecurity?

Quando un incidente informatico si verifica, il contenuto delle memorie di massa può raccontare una storia dettagliata: dove l'attaccante è entrato, cosa ha fatto, quali dati ha toccato o cifrato. L'analisi consente quindi di individuare malware nascosti, recuperare dati cancellati, ricostruire attività sospette attraverso log e timestamp, e infine raccogliere prove utilizzabili anche in sede legale.

In un'epoca in cui il ransomware e il furto di dati sono all'ordine del giorno, la capacità di estrarre queste informazioni può fare la differenza tra un'azienda che si riprende rapidamente e una che subisce danni irreparabili.

Metodologie di analisi delle memorie di massa

L'analisi forense di una memoria di massa segue una sequenza metodica ben precisa.
Si inizia con la creazione di un'immagine forense del dispositivo, una copia bit-per-bit che garantisce l'integrità dei dati tramite algoritmi di hashing come MD5 o SHA-256. Questa copia viene poi verificata per assicurarsi che rispecchi esattamente l'originale.

L'analisi prosegue studiando la struttura del file system, in particolare elementi come la Master File Table (MFT) nei sistemi NTFS, il registro di Windows o i log degli eventi. Non meno importante è l'attività di data carving, che consente di recuperare frammenti di file cancellati senza fare affidamento sulla struttura del file system.

Infine, si analizzano i cosiddetti artefatti forensi: file temporanei, collegamenti rapidi (.lnk), cronologie di navigazione, file di paging e quant'altro possa offrire indizi sulle attività svolte sul dispositivo.

Gli strumenti principali per l'analisi

Numerosi strumenti supportano l'analista forense nel suo lavoro. Autopsy, ad esempio, è una piattaforma open source molto diffusa per l'analisi di dischi e file system. FTK Imager è un'applicazione specializzata nella creazione di immagini forensi, mentre EnCase Forensic si rivela fondamentale nelle indagini più complesse grazie alla sua ampia gamma di funzionalità.

Per l'analisi di dispositivi mobili e cloud, Magnet AXIOM rappresenta una scelta eccellente. Inoltre, non è raro che i professionisti più esperti sviluppino script personalizzati in Python o Bash per automatizzare operazioni ripetitive o analisi su grandi volumi di dati.

Casi pratici di analisi forense

L'applicazione concreta di queste tecniche può variare enormemente.
In un attacco ransomware, ad esempio, l'analisi della memoria di massa permette di identificare il punto di ingresso iniziale del malware, capire come si è propagato, individuare i file cifrati e raccogliere prove delle attività svolte dall'attaccante.

In scenari di insider threat, invece, l'analisi può portare al recupero di file copiati su dispositivi USB, alla ricostruzione di cronologie di sistema manipolate o alla scoperta di attività sospette precedentemente nascoste.

Best practice per una corretta analisi

Per garantire la validità legale e tecnica delle prove raccolte, è fondamentale rispettare alcune best practice.
Tra queste, preservare la catena di custodia registrando ogni fase dell'analisi, lavorare esclusivamente su copie forensi del dispositivo originale, documentare minuziosamente tutte le operazioni svolte e adottare standard internazionali riconosciuti, come quelli definiti dalla norma ISO/IEC 27037.

Conclusioni

L'analisi di memorie di massa è una disciplina complessa che richiede rigore, competenza tecnica e attenzione ai dettagli. Ma è anche una delle armi più potenti a disposizione di chi si occupa di cybersecurity, per rispondere efficacemente a incidenti, prevenire future minacce e ottenere giustizia in ambito legale.

Investire in competenze forensi e nei giusti strumenti non è più una scelta facoltativa: è una necessità strategica per ogni organizzazione che voglia difendersi nel mondo digitale di oggi.




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